STAY HUNGRY, STAY FOOLISH. Siate affamati (di vittorie), Siate folli (per il tennis)!
E’ comune sentirsi dire, dal socio di doppio, dal compagno seduto in tribuna che bisogna stare concentrati.
La maggior parte di noi, tuttavia, pur conoscendo il significato del termine non è che sa bene come si fa, a concentrarsi. E spesso nel tentativo di focalizzarsi su qualcosa di specifico va a scegliersi un obiettivo – focus – che non è adatto alla situazione contingente. Intanto i gradi di concentrazione sono diversi, il tennista di un certo livello lo sa. Magari non ci riesce sempre, ma lo sa. Sa che ci sono intensità differenti e sa trovare lo stato che va bene in quel momento, che gli può dare il meglio di sé.
Quando giochiamo noi, invece, siamo invitati ad essere concentrati non si sa bene su chi e che cosa. E’ quindi il momento di capirlo, cominciando dal significato del termine. La concentrazione è il controllo dei processi di pensiero, il mantenimento dell’attenzione su di un compito con il conseguente incremento delle capacità. La concentrazione può essere involontaria, si attiva cioè in seguito ad un qualsiasi stimolo (un suono, una voce) o conativa o volontaria, puntata cioè su un determinato stimolo. Questo secondo stile della concentrazione, lo stile attentivo, è molto studiato nella psicologia sportiva perchè permette di evitare che ci si concentri su qualcosa di sbagliato! Teniamo conto che, lasciati a noi stessi, il più delle volte ci concentriamo magari sul fatto che vogliamo vincere.. col risultato di incamerare una maggiore quantità di ansia!
Un testo fondamentale sulla psicologia applicata allo sport è quello di Robert Nideffer, pubblicato qualche decennio fa, intitolato “The inner atlete, mind plus muscles for winning”. Parla, tra l’altro, dei quattro stili fondamentali nella concentrazione applicata allo sport. Noi possiamo applicarli al nostro sport preferito!
1) Esterno Allargato (Aware )
E’ tipico dei giochi di squadra; posso adeguarlo al tennis pensando, dopo aver colpito la palla, a dove percepisco che andrà il mio avversario, dove la palla tocchera’ nel suo campo, mantenendo questa visione ampia del tutto.
2) Esterno Ritretto (Focused)
E’ tipico di un gioco più ristretto, rispetto al caso precedente, che ha cioè un campo meno ampio. Possiamo pensare dunque ad un gesto tecnico preciso, può essere l’apertura del diritto, il servizio, e così via.
3) Interno Allargato (Strategic )
Si riscontra nei momenti di strategia e pianificazione possibili durante il gioco ma anche nei cambi di campo. Nel nostro caso il tennista sta pensando alla strategia che dovra’ utilizzare, agli schemi tattici .
4) Interno Ristretto (Systematic)
E’ tipico dell’allenamento ideomotorio, del vedere cioè il gesto nella propria mente, pur senza compierlo. Per la psicologia del tennis di base è utile sapere che l’efficacia del nostro gioco dipende da come sappiamo passare facilmente da un modo di essere concentrati ad un altro.
Per quel che serve a noi, è importante ricordare che ci sono due cose fondamentali:
• Pulire la mente
• Pensare a qualcosa di speciale
Quando la mente è vuota significa che si sono eliminati pensieri superflui o comunque non necessari, in quel momento. Ciò non significa che non si sia concentrati, anzi! Per sapere cosa vuol dire avere la mente sgombra c’è un esperimento molto semplice, tipicamente usato in psicologia sportiva. Prendi una pallina da tennis e lanciala in aria, riprendila con la mano. Sicuramente durante quest’attività non hai pensato a nulla, ma non per questo non eri concentrato!
Ecco, questo ci dà un’idea di cosa vuol dire avere la mente vuota! Mantenere la concentrazione su qualcosa è molto più utile quando le cose non stanno andando bene o, comunque, quando abbiamo dei problemi con cui confrontarci. Ad esempio, se giochiamo durante una giornata ventosa, pensiamo a star lontano dalle righe e l’obiettivo è quello. Ciò permette di giocare pensando a ricercare soluzioni, senza distrarci dunque. Oppure, ci rendiamo conto che il nostro avversario ha un diritto debole! Il nostro obiettivo è giocare il più possibile sul suo colpo debole, lo facciamo con uno schema d’azione automatico; il nostro tennis diventa meno istintivo (dobbiamo dare la direzione) ma quando colpiamo la mente è sgombra da pensieri inutili e, in sottofondo, lo schema tattico lavora con noi e per noi!
Deleterio è invece rimanere concentrati sul nostro problema..”oggi non ne mando di là una, il mio servizio non va” e così via. Se penso a ciò che va male finisco col peggiorare le cose perché rendo la situazione sempre più pesante e di difficile soluzione. Oltre tutto corro il rischio, pensandoci, di innervosirmi sempre più! C’è un’altra considerazione da fare sulla concentrazione, che ci vuole un attimo a perderla ed una vita a riguadagnarla..ecco perché, quando ce l’abbiamo, è bene tenersela stretta.
Vediamo dal grafico che la perdita è piuttosto repentina, in caduta libera! La curva che indica invece il recupero della concentrazione è più ampia, più lenta e ci dice che ci occorre più tempo! Ecco perché è fondamentale rimanere sempre al 100%, perché ogni volta che c’è un calo di concentrazione dobbiamo partire da capo per conquistarla e questo percorso potrà essere costellato di errori, che ci faranno perdere fiducia ed ogni volta dovremo ricominciare, come in un circolo vizioso.
Anche la concentrazione è un’abilità che va allenata! Possiamo ad esempio immaginare una scala di valori, da 1 a 10 e scrivere – dopo l’allenamento – qual era la percezione della nostra concentrazione: 10 quando sappiamo che sta calando, 1 quando non ce ne accorgiamo neppure! Pensiamo a cosa è successo dopo, a cosa abbiamo fatto per recuperarla..se siamo stati capaci di farlo e misuriamo con questa scala la nostra concentrazione, confrontandola ad esempio in diverse situazioni (torneo, partita tra amici, allenamento).
E se qualche volta vogliamo provare a giocare rilassati, proviamo a farlo in modo “folle”, senza pensare a stati di grazia, a punti o classifiche. Anche i Grandi lo fanno!