SCAMBI .. DI LETTERE: QUANDO IL TENNIS E’ ROMANZO

Che nel 2013 la nostra comune passione potesse diventare oggetto di lunghi scambi epistolari è una sorpresa che forse dal tennis non ci saremmo aspettati. Siamo abituati a tennisti che scrivono libri, a scrittori che giocano a tennis ma che la passione divenisse una raccolta di lettere ci mancava. La recente uscita del libro “Here and now” di John Coetzee (premio Nobel per la letteratura nel 2003) che contiene la corrispondenza con lo scrittore americano Paul Auster ci offre una nuova angolazione dando anche l’opportunità di proiettare un cono di luce su situazioni tennistico – letterarie che hanno come protagonisti anche autori e circoli di casa nostra.

Il Giardino dei Finzi Contini
Il Giardino dei Finzi Contini

Giorgio Bassani, l’autore del celebre romanzo “Il giardino dei Finzi-Contini” ricordava il tempo della sua primavera ferrarese nella metà degli anni ‘30, al Circolo Marfisa d’Este, il più esclusivo di Ferrara come quello di un momento d’oro in cui era “Un ragazzo con un fisico eccellente, giocavo a tennis niente affatto male e la vita per me era tutta da scoprire, qualcosa a cui mi abbandonavo con impeto cieco senza mai voglia di ripiegarmi su me stesso”. Aveva un gioco geometrico , con servizio e dritto regolari ed un rovescio penetrante. Riflessivo; un giocatore che non regalava niente, che rischiava solo quando poteva farlo. Una volta inventandosi una smorzata vincente ebbe a dire al suo avversario – Gianni Clerici -:” Ma tu non ricordi che io ho cominciato da poeta e finirò da poeta!”

Letteratura e Tennis
Letteratura e Tennis

La determinazione lo accompagnò anche nel gioco quando vincendo il Campionato Regionale dell’Emilia Romagna ottenne il passaggio in quella che oggi sarebbe la seconda categoria! E la pallina da tennis era talmente nei pensieri di Bassani che persino nelle pause di lavoro – quando a metà degli anni 50 con Pier Paolo Pasolini lavorò alla redazione romana di “Mondo d’oggi” – organizzò tornei di calcio con una pallina da tennis, che spesso proseguivano a Villa Borghese. A Roma Bassani allarga le sue conoscenze e le sue frequentazioni, recandosi spesso al Caffè del Foro Italico dove stringe amicizia con Nicola Pietrangeli e con il giovane Adriano Panatta.

Giorgio Bassani
Giorgio Bassani

Tre anni dopo la sua morte Gianni Clerici, nel 2003, durante un convegno a lui dedicato  ricorda come il suo amico Bassani scegliesse sempre, al Foro Italico, posizioni defilate, quasi d’angolo, perché gli angoli del campo sono gli unici in cui non si muove la testa a tergicristallo. E fu proprio lì che gli vennero in mente i versi di  “Foro Italico, Giugno ‘72” “Lasciamiti vedere/piantala/di tirarti tutta indietro sulla sedia/di plastica/di mostrarmi soltanto la punta del nasino/di sotto in su/i bianchi degli occhi”. Il suo romanzo celebre resta tuttavia “Il Giardino dei Finzi – Contini” dove trovano spazio gli episodi strettamente legati alla vicenda personale di Bassani: l’espulsione della sua famiglia dal Circolo a seguito delle leggi razziali, la solitudine entro il muro di cinta di questa famiglia ebrea esclusa dalla comunità. La descrizione dei posti, delle persone è quasi più vera della realtà. Così come l’invito a giocare a tennis nel parco della Famiglia Finzi Contini in un polveroso “campo di patate” dove i giovani protagonisti Giorgio e Micòl avevan giocato sin da bambini “per godere assieme, in barba a tutti i divieti, quanto di bello restava da godere della stagione” Ed il campo da tennis chiude il romanzo; l’ultima scena è infatti un notturno del parco:”La radura, il tennis, il cieco sperone dalla magna domus..”

Un altra sequenza del film di Vittorio de Sica
Un altra sequenza del film di Vittorio de Sica

Anche Mario Soldati, in un suo racconto del 1962, “La palla da tennis”, cita la mitica pallina che viene inserita in un racconto di genere fantasy che la fa – essa pure – diventare fantastica! Nel passaggio in questione il clima è di disagio, per il lettore; con una sensazione di freddo e di malinconia. I protagonisti del romanzo si aggirano nel giardino e notano, a ridosso della montagna, quattro figure bianche impenetrabili che giocano a tennis e non r ispondono al loro saluto. Il ritmo langue, è allungato, le figure giocano con antiquate gonne plissettate più lunghe di quelle dell’epoca. (siamo nel 1962, periodo della pubblicazione de l racconto inserito nella collana “Storie di spettri”– Narratori italiani) – Dopo aver assistito all’insolita partita viene richiesta alla padrona di casa futura ospitalità per un incontro e questa, stupita, risponde che nel campo ormai da quarant’anni non gioca più nessuno!!

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Roger Federer da sempre ispiratore di scrittori tennistici

I presenti sono terrorizzati, ma anche affascinati. Tuttavia non hanno il coraggio di andare a verificare da soli e così – prima di partire – chiedono alle mogli di salire sulla sommità del giardino per ammirare un particolare ornamentale! Il campo è deserto, sconnesso, assolutamente impraticabile per giocare una partita…ma mentre si allontanano sentono il rumore secco di una palla che rimbalza sul terreno. “Ci voltammo insieme; in tempo per vedere una palla bianca, una palla da tennis, che aveva ancora due o tre rimbalzi su quel terreno matto e poi spariva per sempre nel buio” Ma per arrivare ai nostri giorni riportiamoci a John Coetzee e ai suoi scambi epistolari, con cui abbiamo aperto l’argomento! In un articolo dedicato al suo libro “Here and now” che raccoglie la corrispondenza di questo autore – noto per la sua riservatezza – si parla del legame di Coetzee con il tennis.  Lo scrittore sudafricano – a suo dire uno sportivo da poltrona –  in una lettera del 2009 scrive ad Auster che guardare lo sport in TV è una perdita di tempo . . tranne quando gioca Roger Federer. Coetzee definisce il tennis di Federer «something like the human ideal made visible» e che vederlo giocare è come ammirare un’opera d’arte.  La lettera è del 2009..la finale di quest’anno – al Foro Italico – era ancora lontana, anche se Roger rimane sempre Roger!

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