Le ATP FINALS a TORINO in versione 2.0 e la “PERFEZIONE” di DJOKOVIC per il dopo FEDERER
- 19 Novembre 2022
- TENNISCUP EXPERIENCE
Tappa obbligata per un appassionato di tennis la città di TORINO con le ATP FINALS in “casa” Italia, in questo secondo anno si notano subito i miglioramenti come organizzazione dell’evento e spettacolo dei protagonisti dopo un primo anno difficile per le restrizioni della pandemia che ci hanno impedito di vivere appieno manifestazioni come questa. Ormai la nostra federazione ha sfruttato le alleanze politiche che vedono l’ATP guidata dall’ex tennista italiano Andrea Gaudenzi come Chairman e da Massimo Calvelli come CEO.
Portando in Italia prima il NextGen poi le Finals e aprendo ad una serie di tornei satellite (vedi Parma, Napoli e Firenze) che hanno in parte rimpiazzato la stagione asiatica, inoltre da quest’anno il Master 1000 di Roma allunga il periodo e il tabellone dopo il lungo corteggiamento di Binaghi per questa soluzione, insomma siamo alla massima potenza delle nostre possibilità che sono esplose ulteriormente con la nascita dei giovani talenti Berrettini, Sinner, Musetti e altri che già sono all’orizzonte. Ma tornando alle Finals e a Torino la prima novità è “finalmente” l’aggiunta del “Fan Village” una struttura costruita per ospitare gli Sponsor ed alcune attrazioni con la zona ristoranti per il pubblico, la zona integrata totalmente con il Palazzetto permette agli appassionati nelle pause dei match di trovare divertimenti per completare l’esperienza di vedere i match dal vivo.
La seconda importante novità il ritorno alla normalità per il pubblico presente che assiste ai match con la capienza completa dell’impianto, ma veniamo ai match a cui ho assistito in una giornata che vedeva il gruppo capeggiato da Tsitsipas e Djokovic. Per il doppio ho potuto ammirare dei numeri uno come l’olandese Wesley Koolhof e l’inglese Neal Skupski, gioco assolutamente spettacolare, armonioso in cui facevano sembrare facile schemi estremamente complicati contro una coppia affermata come Dodig e Krajicek, unico difetto di questa disciplina è un po’ la diserzione del pubblico sia in questo evento che negli altri tornei, una soluzione per rilanciare questa specialità, secondo me, è quella di tornare all’antico facendo rientrare qualche grande singolarista nel doppio, nel passato singolaristi come McEnroe, Nastase, Stick il nostro Panatta hanno dato lustro ai tornei di doppio, ma nel presente sembra complicata questa soluzione che nella Laver Cup ha però dimostrato di essere un rimedio veritiero ed assoluto alla diserzione dalle tribune visto poi come controprova che il doppio più visto alle Finals è stato quello della coppia Kyrgios e Kokkinakis.
Ma veniamo al match pazzesco disputato tra Djokovic e Medvedev che è un vero “manifesto” per il tennis moderno tra un Nole assolutamente superlativo da applausi ad ogni scambio, con l’avversario che non è stato da meno, una partita divenuta “battaglia” senza esclusione di colpi tra due player di valore assoluto sia mentale che tennistico, aggiungo che è stato il miglior match a cui abbiamo mai assistito dal vivo, vederlo in tv non è paragonabile, dopo un esperienza più che decennale in molti tornei lo eguaglierei solo ad un Federer vs Del Potro alle Finals di Londra del 2013.
Torino ci riconcilia con la realtà di questi eventi e con lo scettro vacante di “Re” Federer per ora consegnato nella solide mani di un spettacolare Djokovic pronto per un 2023 di nuove sfide, sulle Finals posso concludere dicendo che i grandi tornei possono essere organizzati perfettamente ma se non ci sono i protagonisti che rendono i match interessanti tutto lo sforzo risulterebbe inutile, per il tennis e per Nole è stata un annata travagliata ancora da problemi ma aggrappiamoci, senza guardare al passato, a questo grande campione (di questo si tratta e ieri lo ha nuovamente dimostrato) per ripartire verso un futuro tennistico migliore, ok alla “new age” che sta crescendo ma che Finals sarebbero state senza Nadal e Djokovic ?.